mercoledì 2 settembre 2015

FAQ sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)


Cosa sono i D.S.A.
Già l’acronimo di per sé ci da molte più informazioni di quanto si pensi!
“D” sta per “disturbo”, condizione ben diversa da qualsiasi semplice difficoltà dipesa da altri quadri clinici o da condizioni di svantaggio.
“S” sta invece per “specifico”, in quanto sono interessate delle precise abilità, mentre intelligenza, caratteristiche neurologiche, ambientali, sensoriali e psicopatologiche sono nella norma.
“A” sta infine per “apprendimento” e ci indica che le capacità specifiche che risultano compromesse sono quelle alla base dei processi di lettura, scrittura e calcolo.
Ne fanno parte infatti: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia.
 

Cosa NON sono i D.S.A.? 
Non sono difficoltà dovute a pigrizia o svogliatezza, né tantomeno a problemi di vista, di intelligenza, scarsa motivazione o stimolazione. Non si tratta inoltre di una malattia, ma solo di una caratteristica neurobiologica (al pari del colore degli occhi!); pertanto non scompare con l’età e non è “curabile”. Ovviamente non è nemmeno uno stratagemma usato da chi non vuole studiare, nè dagli operatori per farne solo una fonte di guadagno! La dislessia è infatti riconosciuta e regolamentata dalla legge (Legge n. 170, 8 ottobre 2010). 

Quali sono i campanelli d’allarme dei DSA? 
Quando legge il bambino
  • confonde le lettere simili per forma grafica (m-n; b-d-q-p; a-e) o sonora (t-d; f-v; p-b ecc..); 
  • Inverte le lettere (“introno” invece di “intorno”), le omette o le aggiunge; 
  • legge una parola correttamente all’inizio della pagina, ma può leggere la stessa parola in modi diversi prima di arrivare alla fine del brano; 
  • legge le prime lettere e “tira a indovinare” la parola, a volte sbagliandola; 
  • salta le righe e/o le parole; 
  • legge lentamente, a volte sillabando;

Quando scrive il bambino
  • scambia suoni simili per forma (m-n; b-d) o per suono (p-b; v-f); 
  • omette alcune lettere, sillabe, o parti di parola o ne aggiunge (”babola” invece di “bambola”, “bicieta” invece di “bicicletta”); 
  • unisce (“lorso” invece di “l’orso”) o separa (“in segue” invece di “insegue”) più parole; 
  • compie errori ortografici di vario tipo; 
  • può avere un tratto grafico poco leggibile, con difficoltà soprattutto con il corsivo; 
  • commette numerosi errori quando deve copiare dalla lavagna o da altri quaderni; 
  • può usare in modo non adeguato lo spazio sul foglio; 
In matematica il bambino ha difficoltà
  • nella scrittura dei numeri e fa confusione tra i simboli matematici; 
  • nell’enumerazione, nel cambio di decina e/o omette i numeri; 
  • nel recupero dei risultati di calcoli rapidi (2+2 =4) o delle tabelline; 
  • nelle procedure (calcoli in colonna, espressioni, ecc.); 
  • di gestione dello spazio e quindi problemi con l’incolonnamento delle operazioni; 
  • nella risoluzione di problemi; 

Altre difficoltà che il bambino può incontrare
  • nel riconoscere destra e sinistra; 
  • nella memorizzazione e nel recupero di sequenze: giorni della settimana; mesi dell’anno, stagioni, alfabeto; 
  • nel dire l’ora e nel leggere l’orologio analogico; 
  • nel tenere a mente informazioni appena ricevute; 
  • a memorizzare termini specifici delle materie scolastiche; 
  • a orientarsi nello spazio e nel tempo; 
  • difficoltà motorie, come allacciarsi le scarpe o i bottoni.
Quali sono i principali fattori di rischio per i DSA? 
Diagnosi: come e quando? 
A seconda della regione di appartenenza ci sono delle variazioni riguardo agli enti che possono rilasciare diagnosi riconosciute dalla scuola (in alcune zone la certificazione è rilasciata solo da asl e strutture private accreditate, in altre anche dal singolo professionista in regime libero-professionale) e al numero di operatori che devono comporre l'equipe (generalmente formata da: psicologo, neuropsichiatra infantile, logopedista). 
La diagnosi di dislessia, disortografia e dislessia è possibile a partire dalla fine della 2° elementare, mentre quella di discalculia può essere effettuata dalla fine del 3° anno di scuola primaria. 
Il percorso diagnostico è composto da: colloquio anamnestico, parte testistica (valutazione cognitiva, linguistica, di lettura, scrittura, calcolo, memoria, attenzione, ecc.) e colloquio di restituzione alla famiglia, in cui viene consegnata la relazione e spiegato il quadro emerso. 

Dopo la diagnosi: cosa fare? 
La famiglia potrà consegnare e far protocollare il documento in segreteria scolastica. 
Il team docenti stilerà il P.D.P. (piano didattico personalizzato), un documento contenente gli accorgimenti didattici più adatti alle caratteristic
del soggetto in questione: le cosiddette "misure compensative e dispensative". Queste devono essere utilizzate anche alle prove invalsi (la cui partecipazione è a discrezione della scuola), in sede d'esame e alcune anche per l'esame della patente di guida. 

E' consigliato un trattamento di tipo logopedico atto a migliorare le competenze carenti, ad apprendere l'utilizzo degli ausili informatici compensativi e a promuovere l'autonomia nello studio, con un risvolto positivo anche in termini di autostima e consapevolezza. A seconda dei casi possono essere necessarie anche altre figure specialistiche a supporto delle difficoltà.

Scadenze da tenere ben presenti! 
  • Per la diagnosi: va consegnata entro il 31 marzo se si tratta dell'ultimo anno di un ciclo scolastico, in vista degli adempimenti necessari per l'esame di stato. 
  • Per la stesura del PDP: la scuola deve redigerlo entro il primo trimestre se la diagnosi viene consegnata a inizio anno, altrimenti subito dopo la diagnosi. Può essere modificato nel corso dell'anno. Deve essere nuovamente redatto ogni anno.

Per maggiori informazioni e chiarimenti, troverete tutti i miei recapiti qui!




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